Baja California
14 dic 1998 - 1 gen 1999
 
1° giorno - 14 dic 1998
Siamo partiti un po' tardi, perche' dovevamo salutare degli italiani che se ne sono andati e preparare le ultime cose, quindi siamo arrivati solo fino ad Ensenada. Appena passato il confine con il messico siamo stati assaliti da messicani urlanti, che hanno addirittura circondato la macchina: chi ci proponeva un tergicristallo, chi un sedile, chi riparazioni varie; forse avevano notato da lontano le faccie tonte e da turisti di me e Stefano. A Tijuana facciamo anche una passeggiata molto pittoresca. Ad Ensenada facciamo il nostro primo pasto messicano, che ci preannuncia le mega mangiate dei giorni successivi. Ma tacos e burritos si rivelano pesanti e la mattina dopo sono ancora li, anzi nel water, dove forse ancora stanno, visto che lo sciacquone del water si e' rivelato per niente efficace.
 
2° giorno - 15 dic 1998
Dopo un'ora di colazione (pur di farla a modo nostro e abbondante ci svegliavamo alle 6 e mezza del mattino) e mezz'ora di tentativi di tirar giu' l'acqua, scappiamo e andiamo alla Bufadora. La guida lo sconsigliava ma a noi e' piaciuto lo stesso vedere gli schizzi particolarmente alti delle ondone oceaniche che si infrangono su questi scogli. Tornati in strada attraversiamo un paesaggio particolarmente bello: grandi cactus, sassoni immensi, monti formatisi non si sa come (litighiamo sostenendo diverse teorie sulla loro formazione) e terra rosso fuoco.
La strada pero' e' brutta: molte curve, fitte e profonde buche, che ci costringono ad avanzare a gimcana. Nel pomeriggio arriviamo solo a El Rosario, ridente cittadina con pochi lampioni: durante la passeggiata serale in "centro" (lungo la Mexico 1 !) rischiamo di essere travolti dai macchinoni carcassoni che riempiono le strade di tutta la baja. Comunque tutto bene, siamo riusciti a raggiungere un ristorante consigliato dalla guida e a papparci i burritos de langosta (aragosta): buoni buoni.
 
3° giorno - 16 dic 1998
Viaggiamo tutto il giorno tra cactus, cirios e strani monti piatti. Arriviamo a Catavina dove dovrebbe esserci la pompa di benzina. Infatti c'e': un omarino ciuccia la gomma dalla tanica di benzina, come si fa per travasare il vino! Prendiamo poi una stradina dissestata e senza rendercene quasi conto dal paesaggio desertico di montagna ci troviamo nello splendido scenario della Baya di Los Angeles: le isolette della baya erano tutte al loro posto e la spiaggia vicino a punta la Gringa ci aspettava. Piantiamo li la tenda, accendiamo il focherello e prepariamo pasta e fagioli sotto le stelle cadenti. Ma... terrore! ... un branco di coyote inizia all'improvviso una gran cagnara e noi ci rinchiudiamo a cenare in tenda. Durante la notte pellicani (ce ne sono un sacco, molto grandi e belli), coyote, fruscio del mare e sibilo del vento ci hanno tenuto compagnia: insomma non ho chiuso occhio!
 
4° giorno - 17 dic 1998
Proprio bello alzarsi all'alba, sul mare col deserto alle spalle. Troviamo la borsina della mondezza (che era proprio all'ingresso della tenda) a brandelli, lontano. Chissa' chi e' venuto a trovarci stanotte... brrrr!! Facciamo poi un giro in paese: cinque minuti e piazza, municipio, scuola e museo. Ripartiamo alla volta di Guerrero Negro: solito deserto, solita strada, pianali infiniti dopo essere saliti (questa cosa non riusciamo ancora a spiegarcela). Il ristorante Mauricio ci illumina la strada fino a Rosarito, dove ci fermiamo a papparci ottime tortillas. Guerrero Negro non e' poi un gran che`: solite strade polverose, case basse (piu' che case capanni da orticello), gente sporca. Per fortuna Stefano ha un'idea: imboccare per chilometri e chilometri la prima stradina sassosa che vede. Ma dopo un'ora di palude salmastra arriviamo a uno squallido quartiere, contornato di bambini pulciosi. Va bhe!
 
5° giorno - 18 dic 1998

Dopo la solita bella colazione, preparata col bravo fornellino, riprendiamo la Mexico 1 e decidiamo di attraversare il deserto di Vizcaino per raggiungere la Baya Tortugas. Ma come al solito i chilometri di strada sassosa ci scoraggiano e torniamo sui nostri passi. In questi posti avere un fuoristrada fa veramente la differenza. Destinazione San Ignacio: una vera e propria oasi nel deserto, come quelle che Stefano si immaginava da bambino. Molto ma molto carino. Un fittissimo palmeto racchiude il bel paesotto, con tanto di chiesa antica sulla piazza. Piantiamo la tenda fra le palme di un campeggio in riva al fiume e questa volta ci ha tenuto compagnia tutta la notte il gracchiare delle rane: sempre meglio dei coyote!
 
6° giorno - 19 dic 1998
Alba molto umida sul fiume. Andiamo a fotografare la chiesa prima di ripartire e chi ti troviamo? Ma lui, quarantenne non cresciuto di Milano, a spasso per il messico con la macchina fotografica come unico bagaglio. Un breve passaggio, due chiacchiere e via di nuovo, verso Santa Rosalia: citta' molto carina, con la sua chiesa in ferro prefabbricata (fatta dal solito Eiffell!) e il forno che ci vende baguette. Di nuovo in strada alla volta di Mulege, altra oasi nel deserto ma sul mare. Appena arrivati ci siamoarrampicati sul faro armati di fornello e pentolino e pranziamo tra rondini e pellicani.

 

Passeggiamo poi fino alla missione (una della tante che costellano la baja) per goderci il tramonto dall'alto. Poi scendiamo in paese a rifocillarci con carne asada. Nel bagno del campeggio incontriamo una strana famigliola veneziana, a zonzo per il messico da piu' di un mese!
 
7° giorno - 20 dic 1998
Giornata di ozio totale: dovevamo proprio riposarci da questa vita di stenti! Ci spostiamo di pochi chilometri e piazziamo la tenda su una bella spiaggetta della Baya Conception, Playa El Requeson, dove ci stendiamo al sole. Muoviamo le chiappe solo alle 15 e 30 per andare a rimediare la cena. Non male, al distributore troviamo un'ometto panzuto del posto, che aveva appena pescato gamberi giganteschi. Ne compriamo mezzo chilo e torniamo felici e contenti alla nostra palapa dove ci prepariamo un'ottima cena.
 
8° giorno - 21 dic 1998
Lasciamo malinconici la nostra palapa e ci spostiamo a Loreto. Molto carina questa cittadina leggermente piu' evoluta delle precedenti. Durante la passeggiata in centro infatti abbiamo addirittura trovato un'ufficio da cui abbiamo scritto via Internet. Inizia poi la consueta ricerca del guaciglio notturno, ma che prezzi: 8-10 dollari per campeggiare in parcheggi di terra battuta; 25-35 dollari per motel e B&B. Salutiamo quindi Loreto e andiamo in cerca di fortuna altrove. Notiamo dalla strada una splendida baya con la spiaggia ricoperta di camper: mica scemi 'sti camperisti, sempre nei posti migliori! Assicuratici che fosse gratis piantiamo la tendina. Il giro lungo la baya ci rivela un mondo sconosciuto: mega palapas di due piani, con roulotte-camper (giganteschi) e barca al piano terra, e salotto al piano superiore.
 
9° giorno - 22 dic 1998
Dopo una nottata molto ventosa abbandoniamo Playa Juncalito. Qui mi tocca scrivere che Stefano aveva montato la tenda molto bene, altrimenti saremmo volati via. Ci rechiamo a Puerto Escondido (non quello del film), un vero gioiellino: un porticciuolo minuscolo circondato da monti, isolette e promontori (nascosto davvero!). Li c'erano diversi pescatori e noi li puntiamo, sperando che ci regalino del pesce. Non ce l'hanno proprio regalato ma un omino dalla barca piena di pescioni appena pescati ci vende un Red Snapper di almeno 4 chili per 3 dollari. Noi ripartiamo felici e contenti col nostro pescione nella saccoccia alla volta di Puerto Lopez Mateos. Andiamo li per vedere le balene, ma ci dicono che ce ne sono poche e non troviamo nessuno con cui dividere la spesa (i pescatori del posto affittano le loro barche per un tot all'ora). Cosi' passiamo il resto della giornata a pulire e cuocere il pescione. Taglia e cuoci (abbiamo ingenuamente lasciato anche le squame) finiamo il pranzo alle 4 passate, ma soddisfatti, con la pancia piena e con ottimo pesce anche per la cena. Rinunciamo cosi' alle balene e andiamo a cercare ricovero a Ciudad Constitution, dove ci laviamo per la prima volta!
 
10° giorno - 23 dic 1998
Andiamo a La Paz e piazziamo la tenda sulla spiaggia di Tecolote, molto carina ma piena di vento.
 
11° giorno - Vigilia di Natale - 24 dic 1998
Andiamo ad affrontate La Paz. Si, affrontare... perche' La Paz e' piena di macchine guidate da pazzi, sensi unici non segnalati, incroci in cui vige la legge del piu' forte. In mezzo a tutto cio' noi due vaghiamo frastornati e senza meta. Visitiamo il museo, al cattedrale, il mercato e le ferramente. Capitiamo in una strana farmacia: vendevano gelati, dolci, snacks, qualche medicina e facevano fotocopie! (volendo prendere il traghetto per il Messico continentale dovevamo fotocopiare alcuni documenti). Passeggiamo poi sul lungomare, la parte piu' carina della citta'. Prima di tornare a Tecolote ci fermiamo a vedere la famosa spiaggia Balandra: un'intera baia e' occupata per un sasso in bilico, pero' e' veramente bella. Troviamo la tenda piena zeppa di sabbia e deformata dal vento. Andiamo subito a riscaldarci in un ristorantino sulla spiaggia: conduzione molto familiare; un'unica luce al neon per venti tavoli, sedie che sprofondano nella sabbia; noi due che ci pappiamo un'ottima cena ripensando all'ufficio informazione del porto Pichilingue (dovete sapere che nel porto piu' grande della baia NESSUNO parla inglese e non c'e' la minima coordinazione tra gli uffici; ci dicono anche di tornare il giorno dopo ad un certo orario, ma tornandoci troveremo tutto chiuso! Questo e' uno dei motivi che ci ha fatto rinunciare al traghetto).
 
12° giorno - Natale - 25 dic 1998
Diciamo arrivederci a La Paz e adiamo a Todos Santos: proprio un bel paesotto dalle case colorate e dagli abitanti mooolto tranquilli. Dopo essere stati cacciati da un ristorantino perche' pretendevamo di pranzare all'una e dieci (chiudeva all'una), averne trovati altri chiusi, ci pappiamo un'ottimo pranzo di Natale messicano in un ristorante pieno di mosche con un cane in cucina (non bisogna lasciarsi condizionare dalle apparenze: alla fine i ristoranti piu' sporchi sono sempre i piu' buoni!). A questo punto scatta la consueta ricerca del giaciglio. Sembrandoci assurdo dover pagare per dormire, saltiamo il primo campeggio trovato. Proseguendo incontriamo dei camper accampati su una bella spiaggiona: gratis, quindi si pianta li la tenda. Dopo esserci goduti un o spledido tramonto sull'oceano e aver visto i nidi delle tartarughe, andiamo alla veglia attorno al fuoco dei "vicini". Un'oretta a guardare il fuoco ascoltando "buona musica" (nenie della guerra civile) parlando di banalita'. Che Natale inconsueto!
 
13° giorno - 26 dic 1998

Ci troviamo talmente bene con il gruppo di Canadesi (che vanno in quella spiaggia da anni per due o tre mesi), con i quali ci sentiamo un po' figli, nipoti e fratelli, che decidiamo di stabilirci li per qualche giorno. Facciamo colazione guardando le balene giocare nell'ocenao: gli spruzzi sono altissimi e i corpiccioni giganteschi. La mattinata stiamo spaparazzati al sole IN COSTUME: Stefano ha anche fatto il bagno nell'oceano.
All'ora di pranzo uno dei camperisti canadesi e un pescatorino messicano tornano dal mare con tre pesci angelo, due pesci dalla coda gialla, diverse ostriche e un gigantesco pesce pappagallo (come quelli dei documentari). Naturalmente non restiamo in disparte e nel giro di mezz'ora ci siamo pappati delle ottime linguine allo "Yellow Tail fish". Mmhhmmmm! Dopo una doccia rigenerante stile "la Casa nella Prateria" (cioe' col secchio nel pozzo), siamo andati a Cabo San Lucas. Finalmente un po' di sana speculazione edilizia! Luci, gente, prezzi alti, grandi yacht... civilta' insomma. Facciamo una bella passeggiata fino a tardi, circa le 9. Sulla strada del ritorno, nel buio piu' completo, abbiamo incontrato tante simpatiche mucche, alcune delle quali al pascolo nel bel mezzo della strada! Dovete sapere che qua per mandare un colpo a qualcuno dicono: "Che ti becchi una mucca per strada!" Se vai forte non dev'essere un'incontro piacevole...

 
14° giorno - 27 dic 1998
In mattinata siamo ancora andati a Cabo San Lucas. Da bravi turistini facciamo il classico giro in barca al Land's End: faraglioni, arco di roccia, sea lions, spaparazzata di un'oretta alla playa dell'amor (molto bella, ma non proprio romantica con tutta quella gente). Con la mia goffaggine ho fatto incagliare la barca sulla spiaggia: infatti non riuscivo a salire e l'omino si e' dovuto avvicinare troppo alla riva! Poi siamo andati a San Jose del Cabo: particolarmente pittoresca la strada che collega le due citta'. Infatti e' un susseguirsi di albergoni di lusso con tanto di campi da golf e svincolo privato tipo autostrada. Il bello e' che dalla strada di vedono solo gli ingressi degli alberghi, che sono arroccati a strapiombo sul mare. Tornati alla tendina abbiamo cenato con ananas e noce di cocco. La sera siamo tutti sbruciacchiati dal sole... ed e' il 27 dicembre!
 
15° giorno - 28 dic 1998
Dopo una capatina a Todos Santos per provviste di spaparazziamo al sole. Tornato dal mare il solito pescatorino messicano, gli compriamo il solito pescione dalla coda gialla. Passeggiamo poi in riva per chilometri, fin quasi alla fine della spiaggia: percorso carino ma bruciatura assicurata. Durante la passeggiata, pero', scopriamo dove va tutti i pomeriggi Tony, uno degli amici camperisti, tutto solo con la riserva di acqua: e' un'assiduo nudista! Il figlio di uno dei camperisti, anche lui in tenda con la ragazza, presta la sua muta a Stefano, con pinne, maschera e fiocina. Subito si tuffa nella nuova esperienza... e con successo: me lo vedo tornare con un bel pescione infilzato (l'amico dalla coda gialla). Bravo Stefanino che mi rimedia e prepara un'ottima cenetta! Concludiamo la giornata con una veglia nel camper di due simpatici (e generosi) "napoletani-canadesi" arrivati oggi. Mmmhhmmm... vino, formaggio, frutta secca e caffe'! Il tutto condito da sottofondo Italia anni '60: Albano e Romina, Mario Abate... (sono rimasti fermi agli anni in cui si sono trasferiti in Canada).

 
16° giorno - 29 dic 1998

Salutiamo addolorati Las Cabrillas e i camperisti canadesi.

Torniamo a La Paz e lungo la strada visitiamo lo zoo di Santiago e ci scoppia una gomma (dovete sapere che sulle strade messicane si trova di tutto, perche' non esistono i bidoni). Inizia cosi' la ricerca delle Llantere (gommisti): fortuna che si dice che in messico queste cose costano poco! Comunque riusciamo per il tramonto a piantare la tendina a Tecolote, che questa volta promette bene perche' e' senza vento.

 
17° giorno - 30 dic 1998
Giornata totalmente passata on the road: ha inizio il grande ritorno. Arriviamo puntuali alla Playa la Perla, ma la nostra palapina era occupata, cosi' abbiamo piantato la tenda a qualche metro dal "campeggio" per non pagare niente. Passiamo la serata davanti al focherello guardando la baya illuminata dalla luna piena.
 
18° giorno - 31 dic 1998
Trascorriamo tutta la giornata con le chiappe sui sedili. Scendiamo solo a Rosarito, da Mauricio, il mitico ristorante dell'andata. Arriviamo cosi' a Catavina e ci sistemiamo al rancho Santa Ines. La sera andiamo a festeggiare il Capodanno con due ragazzi tedeschi incontrati nel campeggio, davanti al Pemex station (quello in cui i benzinai ciucciano dalla tanica). Che bella festa! Un po' di musica, tanti bambini che tiravano petardi, qualche coppietta negli angoli bui. Naturalmente non riusciamo a fare mezzanotte, ma solo le 10.
 
19° giorno - 1 gen 1999
Decidiamo di fare tutta una tirata fino a San Diego. Ci fermiamo solo lungo la strada per Tecate per comprare del miele. Ma al momento di ripartire la macchina non da segni di vita e scopriamo che la batteria e` morta. Un signore gentile ci aiuta a farla ripartire a a Tecate compriamo una nuova batteria (al supermercato!). E' stata proprio una bella vacanza!
 
  Chiara e Stefano